L’amianto

L’amianto o asbesto è un minerale dalla natura fibrosa costituito da silicio, ossigeno ed altri elementi minori.

Esso è prevalentemente presente nel suolo ed in molti tipi di rocce. In natura vi sono ben due tipi di amianto, quello più comune e di uso industriale caratterizzato da fibre a serpentino, noto come amianto bianco, e quello composto da fibre dette anfibolo di forma diritta ed aghiforme, quest’ultima tipologia è molto più pericolosa in quanto considerata molto più nociva per la salute poiché danneggia gravemente le vie respiratorie.

Le fibre di amianto sono molto forti, esse sono abbastanza resistenti sia al calore che agli agenti chimici e di conseguenza risultano così difficilmente distruttibili. Una caratteristica peculiare di questo minerale, che da sempre lo ha contraddistinto è la capacità di non condurre l’energia elettrica ed è proprio a questa particolarità che si deve il suo largo impiego, sopratutto nel passato e con il boom dell’industrializzazione, come materiale isolante tanto da essere liberamente ed innocentemente utilizzato per isolare le fabbriche, le scuole, le case, le navi, le piastrelle, il cemento, le vasche da bagno, i serbatoi, unito al cemento (eternit) e moltissimi altri prodotti. 

Oggi, grazie agli studi condotti già dalla prima metà del XX secolo e perfezionati nei laboratori più moderni di ultima generazione, si è consapevoli della pericolosità di questo minerale fibroso, infatti, gli scienziati hanno dimostrato che la respirazione delle fibre di asbesto causerebbe la cicatrizzazione dei polmoni iniziando, così, una vera e propria campagna di sensibilizzazione che ha portato all’emanazione di leggi a tutela della salute umana a livello mondiale. In primis sono stati chiamati in causa, i lavoratori del settore amianto, i militari e successivamente tutti coloro che direttamente o involontariamente sarebbero stati a contatto con questo materiale che diventerebbe nocivo per la salute, nel momento in cui si presenti sotto forma di polvere così da poter essere direttamente inalata ed arrivare ai polmoni, oppure, ingerita nel momento in cui le polveri entrino in contatto con alcuni cibi, ciò accadrebbe, ad esempio, in prossimità di zone di coltivazione agricola ed orti. Inoltre, si potrebbe essere esposti a livelli di amianto, ovviamente medio – bassi, nel caso in cui si abitasse in zone ove esso sia presente naturalmente nelle rocce oppure in quelle zone dove vi sia stata rilevata una forte presenza nell’aria o nell’acqua, ciò sarebbe dovuto all’azione erosiva delle piogge. Non vi sarebbe, invece, alcun rischio per la salute nel momento in cui i prodotti contenenti amianto, come ad esempio le vasche da bagno, siano intatti perché le fibre non vengono rilasciate nell’aria, ma essi dovranno essere del tutto integri ed il materiale non dovrebbe essere danneggiato o scheggiato in nessuna delle sue parti. 

L’asbesto presente nella lista dei rifiuti tossici, quindi, deve essere smaltito rispettando i requisiti stabiliti dalle autorità statali e regionali che ne indicheranno le modalità, la documentazione necessaria ed il costo dell’operazione stessa, inoltre, in alcuni comuni, per sensibilizzare il rispetto dell’ambiente ed evitare che il territorio sia contaminato dallo smaltimento abusivo, vi sono incentivi in merito. 

In virtù della pericolosità constatata esso è stato sostituito sia nelle fabbriche che in ogni prototipo in cui esso era precedentemente previsto, tanto meno insieme ad alcuni materiali utilizzati sopratutto nell’edilizia come il cemento, ciò ha scatenato una vera e propria corsa allo smantellamento di tetti, serbatoi, canne fumarie e tanti altri prodotti presenti nelle nostre abitazioni.
L’opera di bonifica, purtroppo, sia a causa degli enormi costi per lo smaltimento, sia a causa della difficoltà iniziale riscontrata nelle pratiche di richiesta e di autorizzazione, sia a causa dell’inciviltà e dell’insensibilità dell’uomo verso la natura ed il prossimo, essa è finito per entrare a far parte del giro dell’abbandono abusivo costituendo delle vere e proprie discariche a cielo aperto. Anche in virtù di questo aspetto negativo, è nata una legislazione inerente alla rimozione (compresa di controlli e multe alte in caso di anomalie) che dovrebbe essere effettuata sempre dagli addetti alla manutenzione poiché, innanzitutto, è molto pericolosa ed espone ad un rischio altissimo di contaminazione ed, inoltre, perché questo servizio si occupa di uno smaltimento sicuro agendo secondo i termini della legge a tutela dell’uomo e dell’ambiente stesso. Sebbene l’uso di amianto sia diminuito considerevolmente, oggi è ancora un pericolo per la salute in alcune parti del mondo sopratutto nell’ Europa Orientale, in America Latina ed in Asia, in Italia, invece, nonostante sia stato ufficialmente bandito da ben ventidue anni, esso rappresenta ancora un problema non sottovalutabile a causa del rilento nell’opera di bonifica. 

Le fibre di amianto, come scientificamente dimostrato, aumenterebbero il rischio di alcuni tipi di cancro poiché, nel momento in cui esse siano inalate, aderirebbero al muco in gola, alla trachea, ai bronchi fino a raggiungere l’ estremità della piccole vie aeree e penetrare nel rivestimento esterno del polmone e della pleura. Inoltre, l’amianto è il principale responsabile di una malattia polmonare nota come asbestosi, riconosciuta dal 1994 come patologia invalidante dall’Inail che si manifesta dopo essere stati sottoposti a rischio amianto per un periodo molto prolungato (da 10 a 20 anni). Essa causerebbe cicatrizzazioni, ossia fibrosi, nei polmoni rendendo molto difficile la respirazione e causando tosse cronica, ad oggi, purtroppo, non vi sarebbe alcun trattamento efficace per questa patologia se non di tipo palliativo.